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Salvator Mundi di Leonardo da Vinci, la grande truffa.

 Come si fanno i soldi? Tema che aleggiava in tanti romanzi o in alcuni film come “prendi i soldi e scappa”. Troverete ottimi spunti in quello che segue che non è romanzo anche se lo sembra. Escogitata la trappola a puntino, un ricco sceicco arabo ci è caduto, è bastato mettere all’asta nella più prestigiosa sede di New York di Sotheby’s  un’antica tavola dipinta, il Savator mundi  di attribuzione a Leonardo Da Vinci. ( C’è anche da dire che nomi noti ne hanno confermato l’autenticità …) L’astuzia è stata quella di metterlo all’asta d’arte contemporanea dove i compratori non conoscevano le dinamiche e la storia delle opere d’antiquariato.   Così il pollo si è presentato ed è stato spennato. Tanti soldi che hanno fatto entrare un quadro d’antiquariato del 500 nella leggenda delle più straordinarie opere artistiche, tutto dovuto alla conquistata quotazione, ben 450 milioni di dollari. Se non vi basta è diventato un musical di Broadway. Potremmo anche dire che il ricco arabo che di certo non ha bisogno di venderselo per campare ha creato una quotazione che per quanto dubbia è diventata ufficializzata da Sotheby’s, un paradosso possibile solo con i soldi, tanti anzi tantissimi. Il risultato è che per quanto falso o truffaldino possa essere questa tavola del Salvator Mundi è, piaccia o non piaccia, il quadro più costoso al mondo.

Un pacco, una fregatura, una truffa o come si dice a Roma una sola.Ormai l’arte è una grande operazione finanziaria che sempre più aggrada abili professionisti della truffa anche se celati dietro società che hanno accesso a musei, case d’asta e gallerie e dalla mitica parola business, un dato che non riguarda la moltitudine di opere d’arte e i tanti artisti che spingono dal basso per riuscire a vedere un barlume di successo. 

Una ricostruzione del percorso del Salvator mundi, una tavola che da 45 sterline nel 1958 è passata a 450 milini di dollari, la trovate su Dagospia

Salvator Mundi attribuito a Leonardo Da Vinci, salvatore non del mondo ma di sicuro di coloro che sono riusciti a vendelo a carissimo prezzo da Sotheby’s.

Un fatto da non sottovalutare è che per riuscire a rastrellare denaro si sia preferito un’asta di arte contemporanea proprio perché girano più soldi. Insomma più speculazioni ottenute con soldi facili, solo questo dovrebbe far scattare qualche allarme ai siceri appasionati dell’arte.

Damien Hirst da solo ha fatto con il valore delle pietre preziose la stessa operazione di cui sopra, con “For the Love of God”, il famoso teschio ricoperto di diamanti. L’opera artistica venne quotata a un prezzo altissimo giustificato anche dal valore intrinseco, il valore dei diamanti, proiettando il nome di Damien Hirst tra gli artisti più pagati al mondo. Un operazione finanziaria che ha dato “valore” all’opera e all’artista in brevissimo tempo. Il furbo artista con questi stratagemmi è nell’olimpo dell’arte tanto quanto i grandi artisti che i libri di storia dell’arte ci propinano. Nonostante tutto apprezzo molto il grande Damien anche perchè con le sue sole forze e la sua intelligenza è riuscito a scardinare il sistema dell’arte.

Damien Hirst con il suo “for the love of God” che sarebbe meglio chiamarlo “for the love of money and success”