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La grande tela di Claudio Bianchi a villa Farinacci

Grande Tela di Claudio Bianchi

La grande tela di Claudio Bianchi

A cura di Gianfranco Evangelista

Venerdì 24 giugno 2022, ore 17.00. VILLA FARINACCI. Viale Rousseau, 90 – Roma (ingresso gratuito) 

Una mostra antologica dell’artista Claudio Bianchi, dove viene riesposta La grande Tela, che nel 1985 fu esposta nella galleria di Massimo Riposati, sempre a Roma.  Un’opera spettacolare (cm.320×800) che dà alla mostra una particolare importanza, anche se rimane più piccola di quella di 100 metri che coralmente fecero i Trattisti nel 1984 a ponte Sisto, con liberi interventi dei passanti, quando a Roma c’era Renato Nicolini come assessore alla cultura.

Per quelli che hanno seguito il Movimento Trattista,è un grande evento, ma penso che non molti sappiano che cosa è questo movimento.

Nel 1982 Claudio Bianchi ha scritto il Manifesto Trattista,dove ne tracciava le linee guida, insieme a Marco Fioramanti, che ne ha dato alcune specifiche, e agli altri firmatari: Luciano Cialente, Adalberto Magrini, Ubaldo Marciani, Sergio Savatori (pittori) e Marco Luci (video maker).

Un’ iniziativa che s’inseriva nel nuovo contesto, creato dalla delusione delle aspettative rivoluzionarie degli anni ’70, che nell’ambito artistico aveva esaurito la spinta dell’avanguardia, o neoavanguardia a seconda delle definizioni intese dai critici.

Fu così che negli anni ’80 sorsero diverse spinte culturali che tentavano di interpretare la tendenza dell’arte di cui la più fortunata fu la Transavanguardia di Achille Bonito Oliva, un successo che mise in ombra altri movimenti tipo: La Nuova Scuola Romana, l’Astrazione Povera, gli Anacronisti, il gruppo 891 e i Trattisti. Questi ultimi ebbero influenza in molte parti del mondo e qui in Italia, e prevalentemente a Roma, città di origine dove fu redatto il manifesto, ebbero interessamenti di importanti storici dell’arte come: Filiberto Menna, Bruno Zevi, Achille Bonito Oliva, Enrico Crispolti, Simonetta Lux, Carlo Belli.

Secondo un copioso testo di Giuseppe Siano,  Avanguardie storiche e trattismo, che scandaglia molto bene quello che è il movimento, resta molto difficile capirlo perché ha dei contorni labili dovuti a delle sovrapposizioni di pensiero di Marco Fioramanti e ad un’imprecisa costellazione di artisti che ne hanno fatto più o meno parte.  Un movimento che spazia da Jung all’antropologia, dal tribale al bit output interpretato come segno che nelle loro performance é anche quello di un passante che casualmente lascia un segno improvvisato sulla tela… 

Il movimento  nasceva dalle ceneri degli anni ’70, ma ne continuava alcune caratteristiche dalle quali non si poteva distaccare di molto perché aveva come caposaldo il segno nella sua espressione primordiale, più ancestrale, antropologicamente sorgiva e spontanea, con segni che ricordano da lontano Capogrossi.

Fatte queste premesse dottrinali, i quadri di Claudio Bianchi sono, secondo me, delle opere abbastanza equilibrate che hanno molto senso della forma, del colore e della composizione.

Il poeta innamorato 1979-1981
La guerra che incombe 2022
Gli spiritelli del mattino 1995
Gli spiriti dell’autunno 1996
Esseri che danzano nel cortile 2021

Potremmo dire che siano agli antipodi delle premesse del Manifesto Trattista: una contraddizione dovuta alla resa delle opere che tendono a un risultato eccellente, sofisticato e ricercato. Un astrattismo che gode d’esperienza e maturità fuori dall’ordinario, talenti che si possono debitamente ascrivere a un maestro dell’arte di non poco conto qual’è Claudio  Bianchi.

Giovanni  Lauricella