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Analogie di Aldo Rossi

Considerazioni in seguito alla mostra

Aldo Rossi L’architetto e le città al MAXXI

10 marzo 2021 > 17 ottobre 2021 al Maxxi di Roma
a cura di Alberto Ferlenga

Pittura a olio di Arduino Cantafora

Una retrospettiva che analizza lo straordinario contributo teorico e pratico di un “architetto anomalo”. In mostra materiali provenienti da archivi e collezioni di tutto il mondo.

Dopo la mostra dedicata a Gio Ponti, al Maxxi una retrospettiva di Aldo Rossi,che analizza lo straordinario contributo teorico e pratico, della contemporaneità urbana.

Critica al fenomeno culturale di Aldo Rossi

Casa Aurora a Torino 1987
Cimitero di S. Cataldo a Modena 1971

Indubbiamente Aldo Rossi è il più importante architetto italiano degli anni ottanta che si contendeva con Portoghesi lo scettro del post-modern: un disastro, dell’architettura italiana, a mio parere. Salvo poche eccezioni.

Il trionfo fu la spettacolare biennale d’architettura del 1980, dove vennero allestite la Strada Novissima (articolo su Agenzia Radicale) e di Aldo Rossi il Teatro del Mondo su una piattaforma galleggiante che sovrastava la laguna.

Tra le opere di gran successo, ce ne sarebbero tante, ricorderò Casa Aurora, Torino, 1987 e Cimitero di San Cataldo a Modena che influenzeranno un altro grande architetto, il romano Franco Purini quello della Torre Sky all’EUR di ROMA,il più alto grattacielo della capitale, il quale farà suo il motivo del quadrato per varie realizzazioni, questo a dimostrazione della rilevante influenza che ebbe Aldo Rossi nell’architettura.

Quello che più ha danneggiato l’architettura è stata la concezione urbanistica di Aldo Rossi, come dimostra La città Analoga che qui a lato vediamo in varie versioni e in raffigurazioni pittoriche di Arduino Cantafora, suo allievo. Concezione urbanistica che qui da noi ha forse ha avuto più peso dello stesso post modern, anche se non sembra. Infatti si  intrecciava con un altro fenomeno che si andava consolidando in quel periodo, quello del riuso che in pratica è stata l’affermazione dell’esistente quale che sia, con paradossi che sono l’habitat dove ci hanno costretto a vivere.

La città analoga, così Rossi definisce la sua concezione urbanistica, reca proprio nella parola analoga il concetto traditore del senso che dovrebbe avere una città, cioè una non scelta che è stata quella cui poi tutte le amministrazioni (che sicuramente ignoravano la dottrina di Aldo Rossi) si sono trovate paradossalmente ossequienti e in nome del riuso hanno fatto non ammodernamenti cospicui ma piccoli rattoppi delle parti degradate, lasciando le città italiane a un triste destino che tutt’ora riscontriamo.

la Strada Novissima (vedi l’articolo di Agenzia Radicale)

lettera- appello dell’architetto Massimilano Fuksas al Presidente della Repubblica Mattarella: “Contro il coronavirus ripensiamo case e città“, per sollecitare un adeguamento delle abitazioni a standard più compatibili per un vivere più sano, argomento già trattato nel medesimo giornale.