Nella splendida e spettacolare grande distesa verde romana di villa Pamphili Ak2deru ha realizzato un’installazione sonora prendendo a spunto delle particolari fontane dell’antica villa con effetti suggestivi.
Pomeriggio molto piacevole per gli spettatori che hanno goduto sia dell’installazione che dello scenario di una villa incantevole.
L’installazione sonora ambientale si intitola Aestas (estate, in latino) e fa parte di un progetto di più ampio respiro chiamato Tempora che include una serie di “eventi” lungo il corso di tutto l’anno solare, ripartiti fra le quattro stagioni e scanditi in occasione dei due solstizi e dei due equinozi: una sorta di work in progress che prevede varie possibilità di applicazione a seconda dei differenti luoghi che interagiscono col lavoro, sia relativamente alle installazioni sonore che alle performance.
L’inaugurazione del tutto è avvenuta il 21 giugno scorso, a Villa Pamphilj, in due momenti differenti della giornata: il primo, iniziato esattamente alle 11:13 – ora esatta in cui il Sole raggiunge il punto di declinazione massima nel suo moto apparente lungo l’eclittica – è stato realizzato presso la Fontana della Maschera, collocata all’angolo delle mura di cinta del Casino del Bel Respiro.
Il secondo appuntamento (realizzato con collaborazione di Ruggero Barberi) si è svolto alle 19:45, durante il tramonto del giorno più lungo dell’anno, all’interno del Giardino del Teatro, presso il Ninfeo del Fauno, realizzato a metà del XVII° secolo su progetto di Alessandro Algardi e Giovan Francesco Grimaldi.
In entrambi i casi le casse erano appositamente nascoste: nel primo caso celate all’interno della fontana, sotto un cumulo di foglie ed erbacce secche. Nel secondo caso – anche se il risultato sonoro simulava la fuoriuscita del suono dall’interno della “grotta” del Ninfeo – la cassa era collocata nella vasca sovrastante la struttura, dalla quale originariamente sgorgava la cascatella d’acqua. Anche in questo caso è stata ricoperta di materiale organico, foglie, rami, cortecce e piume di uccelli.
Il suono di Aestas proviene da un coro microtonale a voce sola: ovvero un coro realizzato da un’unica voce – quella dello stesso artista – sovraincisa per tredici volte, della durata di circa 22 minuti e il cui titolo è ‘Codex 121101’.
La composizione non prevede l’utilizzo di neanche una parola e l’intero brano è realizzato esclusivamente tramite vocalizzi e tecniche di emissione vocale non convenzionali, con un’abbondanza considerevole di diplofonie e triplofonie varie. Non è presente alcuna elaborazione elettronica e l’intera gamma dei suoni udibili è esclusivamente il frutto delle innumerevoli capacità fonetiche della voce umana.
Il primo settembre Aestas verrà presentato anche nella meravigliosa cornice dell’isola di La Maddalena, all’interno di ‘Bookolica’, un festival letterario diretto da Fulvio Accogli e attivo nel territorio sardo da vari anni. E probabilmente verrà presentata nuovamente anche a Roma, nella prima metà di settembre.
Da come si può intuire dalle foto si possono notare i vari luoghi dove è avvenuta l’installazione sonora e qui sotto si possono ascoltare due estratti della traccia sonora utilizzata.
La musica mi è piaciuta tantissimo e aver assistito all’evento è stato qualcosa di magico.